La conoscenza del sistema ha un grande valore pratico se la si usa. Come Ouspensky diceva: "Il sistema funziona, se si utilizza". Altrimenti rimane un insieme di nozioni scollegate le une dalle altre, che altro non fanno che nutrire l'immaginazione.
La divisione dei centri inferiori, e l'utilizzo del mazzo di carte da gioco per descriverli, sviluppati dalla nostra scuola (trovate moltissimi post su questo soggetto - cercate 'centri' o 'cervelli') hanno lo scopo di dare dei nomi precisi da mettere sulla mappa della macchina umana, così da avere più opportunità per rendere il lavoro pratico.
Il fante di picche è la parte istintivo-motoria del centro motorio, ed è responsabile di tutti i movimenti ripetitivi che avvengono con poca o nessuna attenzione (originariamente appresi con la parte intellettuale del centro), come mettere un piede dopo l'altro mentre camminiamo, articolare i movimenti della lingua quando parliamo, andare in bicicletta, guidare una macchina...
Questa è una delle carte che offre più possibilità di inserire sveglie per il lavoro nella nostra giornata, semplicemente interrompendo l'inerzia della sua (giusta e necessaria) attività.
Se facciamo esperienza di un trasloco, o quando facciamo rimbiancare la nostra casa, o comunque quando ci troviamo in un posto nuovo, niente è nel posto usuale o conosciuto. C'è certo più disagio nel trovarsi senza gli usuali punti di riferimento, ma allo stesso tempo il livello di attenzione sale.
Uscire dall'attività del fante attiva anche le parti emozionali, pensiamo all'energia che genera semplicemente il cambiare la disposizione dei mobili nella nostra stanza.
Fortunatamente non è necessario fare grandi cambiamenti strutturali nella nostra giornata, sono sufficienti piccoli scopi invisibili, come mettersi l'orologio sull'altro polso, afferrare il bicchiere con la mano non dominante, o fermare i movimenti inconsapevoli delle mani e delle gambe, sedersi intenzionalmente invece di lasciarsi cadere, avere una postura più elegante quando siamo a tavola...ogni cosa è valida, nella misura in cui interrompe l'inerzia di ciò che avviene nel sonno e alza il livello dell'attenzione.
Certo interrompere è il primo passo. Il secondo è riempire quello spazio, connettendo quel momento a un desiderio emozionale di ricordare se stessi.
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