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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Libertà


Mi riallaccio al recente post di Vale Lama , “L’ordine celeste", per continuarne il discorso.


Vale ci ha ricordato ciò che Gurdjieff definì “Il raggio di Creazione”, ovvero la sequenza discendente di mondi uno dentro l’altro, sempre più limitati da un numero superiore di ‘leggi’, ovvero limitazioni.


Mondo 1, ‘l’assoluto’, non limitato da alcuna legge esterna - in certe tradizioni può essere chiamato Dio

Mondo 3, ‘tutti i mondi’, corrispondente all’universo, all’insieme delle galassie’, dove comincia ad agire la legge primordiale, quella del tre, dove forza attiva, passiva e neutralizzante iniziano a creare dinamiche.

Mondo 6, ‘tutti i soli’, la nostra galassia, la via lattea (ovvero, una sola galassia, ma questa è la ‘nostra’, visto che esistiamo dentro di essa).

Mondo 12, il Sole.

Mondo 24, ‘Tutti i pianeti’, ovvero l’insieme dei pianeti del nostro sistema solare.

Mondo 48, La terra, il pianeta dove ci troviamo.

Mondo 96, la luna, ovvero un satellite, che per la quarta via è un embrione, pianeta in gestazione. I satelliti diventano pianeti, i pianeti diventano soli.


Noi siamo dentro questi mondi incastonati l’uno dentro l’altro, e allo stesso tempo, questi mondi sono in noi. A parte i mondi 1 e 3, che sono troppo alti perché possano essere percepiti da un essere umano, i mondi dal 6 al 96 hanno tutti uno specifico ‘sapore’ e una volta appresi possono sempre essere riconosciuti quando sono in azione. Tutti esistono sempre, simultaneamente, in me, e posso sapere in ogni momento in quale di questi mondi il mio senso di identità è, per così dire, sintonizzato.


Ricordo brevemente come questi mondi vengono avvertiti soggettivamente:


Il mondo 96, legato alla luna e, sulla scala umana, alla falsa personalità, è la negatività. Sono disperato, irato, indignato, infelice? Sono nel mondo 96. Un deserto di rocce interiori da cui sembra impossibile uscire a dal quale sembra inutile qualsiasi azione.


Il mondo 48, il nostro pianeta, è la personalità. Nel nostro essere, tutto ciò che abbiamo appreso. Il nostro modo di parlare, muoverci, pensare, vestirsi, le nostre emozioni automatiche, i nostri metodi. Materiale preso a prestito, imitato, copiato dai centri inferiori dei nostri genitori e da chi ci sta attorno. Qui si trovano anche le illusioni dovute al fatto che viviamo in una certa epoca, in una certa nazione, in un certo gruppo culturale e sociale, e imitando ne ereditiamo tutte le superstizioni e le credenze che ci mantengono in uno stato di ignoranza socialmente accettata. È un mondo di attività pratiche, senza emozione.


Il mondo 24, collegato ai pianeti, è l’essenza. Una parte decisamente più autentica. Se nel mondo 48, personalità, tendiamo ad essere tutti uguali (all’interno di un gruppo) nel mondo 24 siamo tutti individui diversi. A me piace il mare, a te la montagna,. A me piace il pesce, a te le verdure. Amo stare fermo, tu hai bisogno di muoverti. Sono calmo e riflessivo, tu pieno di energia e attivo. È qui che si collocano i ‘tipi di corpo’, ciascuno appunto corrispondente a un pianeta; ciascuno che genera un tipo di essenza specifica, uno strumento nell’orchestra dell’umanità. Qui, i nostri veri gusti, le nostre reali preferenze (che potrebbero essere in contrasto con quelle favorite dal gruppo sociale, nazione, religione in cui ci veniamo a trovare e quindi causare sofferenza interiore, o il non renderci conto di cosa effettivamente ci piace). In questo mondo comincia la vita. Mentre la personalità cresce nutrendosi di informazioni, l’essenza cresce nutrendosi di esperienze.


Il mondo 12, che vibra degli stessi idrogeni del nostro sole, è fuori dalla macchina. È legato al ‘centro emozionale superiore’, che è uno degli aspetti della Presenza. È lo stato che si impara a raggiungere in una scuola - oppure quello che ci è capitato di sperimentare quando abbiamo visto per la prima volta il mare, o forse nel primo istante quando ci siamo innamorati. Si è ancora più vivi che in essenza (in realtà questo stato è: essenza consapevole di se stessa).


Il mondo 6, legato all’intera galassia, è ancora più alto, Potremmo averlo sperimentato durante un incidente stradale, o alla morte di una persona cara (prima che l’identificazione giungesse a sopraffarci). Uno stato molto intenso, di energia rarefatta e potente, la stessa dei testi dei grandi mistici. Uno stato che va al di là dell’esperienza umana soggettiva e personale.


Tutti questi idrogeni, dal 6 al 96, sono sempre in noi. Come sostanze che si compenetrano l’una dentro l’altra. Gurdjieff fece l’esempio molto chiaro di un vaso in cui possiamo mettere dei sassi grossi, poi dei sassolini, poi della sabbia e infine dell’acqua - le varie sostanze, sempre meno dense, si compenetreranno l’una dentro l’altra.


Qui sta la nostra scelta. Imparare a riconoscerle prima; e poi imparare a sintonizzarsi su quella più alta accessibile nel momento. Il gioco di prestigio è tutto qui.


Sono a una festa.

Un palazzo elegante, splendido, con statue e dipinti preziosi. Magnifici fiori su un tavolo. Tanta gente. Persone importanti, a cui voglio dare la migliore impressione. Donne che mi piacciono. Uomini che mi devono favori; altri che potrebbero farmi favori. C’è uno che mi deve dei soldi. Un altro a cui avevo promesso qualcosa che poi ho dimenticato. C’è anche il mio nemico, quello di cui mi hanno detto che ha parlato male di me, cercato di estromettermi da certi affari. E proprio il mio nemico mi si avvicina e mi saluta con una frase sarcastica, che contiene qualche insinuazione velenosa.


Qui sta la mia scelta. Su che livello di energia sintonizzarmi. Sull’odio per il nemico e sulla rabbia che mi fa provare (96). Su argomenti ragionevoli e considerazioni pratiche che mi permettono di conversare civilmente, grazie alla mia esperienza del mondo e delle cose umane (48). Sulla mia essenza (24); sentendola avverto quanto siamo irrimediabilmente diversi io e lui, io venusiano, lui saturnino, con caratteristiche in conflitto, e improvvisamente avverto compassione per lui, compassione per me, povere macchine con tutte queste leve e bottoni che basta tirare e schiacciare per avere reazioni a comando. Posso trascendere tutto questo, e vedere la splendida statua davanti a me, il meraviglioso vaso di fiori, notarne gli squisiti accostamenti, ascoltare le parole del nemico in uno stato emozionale molto alto, grazie a tutta quella bellezza di cui mi nutro (e nutrendomi anche della irritazione che parallelamente avviene): 12.


Oppure vedo questa commedia umana da un posto molto alto, severo. Tutte queste persone, me incluso, moriranno presto e queste piccole irritazioni si dissolveranno in un istante. Il mio nemico, la bella donna dietro di lui, gli altri invitati, le statue, il salone, la città, il pianeta, sono tutti impermanenti e verranno lavati via. Tuttavia sono vivo ora, e ne assaporo interamente il miracolo (6).


La mia libertà sta nel potermi spostare e risalire questa catena di mondi, accedendo ai più alti. È questo, ‘fare’.

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