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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Organi percettori


Nel termine ‘terzo occhio’ vedo riassunta una caratteristica fondamentale dei centri superiori che anche così sono chiamati: quella di essere organi percettori. La loro capacità va ben oltre la ‘vista’ tradizionale. Sono in grado di percepire tutta la realtà e, potremmo dire, di andare oltre le limitazioni di spazio-tempo a cui sono sottoposti i centri inferiori.


Che cosa succede quando i centri superiori se ne vanno in giro insieme a noi?

Mentre scrivo, osservo l’enormità di quello che sto cercando di esprimere. Essere le parole ora è di essenziale importanza.


L’interazione dei centri superiori con la realtà intorno a noi è un’esperienza molto concreta.

Il getto d’acqua scintillante dell’irrigatore, il crepitare del segnale radio, le suore intente e silenziose che spazzano il marciapiede, il sorriso di mia madre che ripensa a quando era bambina.


Succede questo quando i centri superiori vanno in giro insieme a noi. Percepiamo la realtà in modo diverso e possiamo essere presenti per qualche momento ancora, e abbiamo sempre più desiderio di esserlo.


La gloria del creato e la foglia che guardo sono tutt’uno.


Ultimamente alla mia comprensione di realtà, insieme al getto d’acqua, alle suore, al crepitio e al sorriso, si sono aggiunte le forze contrarie. Quell’aspetto della realtà che la macchina interpreta come ‘negativo’ producendo emozioni di pari colore.


I centri superiori percepiscono l’avvicinarsi della forza contraria e la macchina diventa negativa. L’altra faccia della non espressione delle emozioni negative è la capacità dei centri superiori di rimanere ingaggiati con la realtà. I due fenomeni sono intimamente collegati, pur manifestandosi in mondi diversi.


La gloria del creato, la foglia e il caldo soffocante sono tutt’uno.

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