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Immagine del redattoreIl Ricordo di Sé

Rodney Collin sulla vanità

"La vanità è negativa. Se riconosciamo qualcosa di positivo che abbiamo fatto e siamo vanitosi per questo, la positività è perduta. Ma se, quando ci rendiamo conto di aver fatto qualcosa di positivo, immediatamente pensiamo di usarlo per gli altri, continuiamo a trasformarlo in positività.

Quando facciamo qualcosa di buono dovremmo chiederci perché. Quando facciamo qualcosa di sbagliato lo sappiamo.

Tutti ogni tanto ci sentiamo veramente soli - solamente grazie alla vanità. Poiché non siamo soli in nessuna circostanza.

Ci crediamo veramente importanti. Dobbiamo rompere la catena della nostra importanza. 'Io' è una parola sacra. Generalmente intendiamo con ciò un'intera fila di 'io'. Dobbiamo imparare a suddividerli per categoria. Un 'io' sente qualcosa - se diciamo a noi stessi: 'questo 'io' sente questo e questo', è come se lo inserissimo nella sua casella. Quando la gente continua a parlare dei propri 'io' non può svilupparsi. Con 'ho detto questo', 'ho dimostrato quello', 'ho fatto quell'altro', non potremo mai evolvere. Se una goccia d'acqua cade nel mare, è la goccia che da il nome al mare, o il mare alla goccia d'acqua?

Dovremo stare molto attenti a non essere imbarazzati, poiché l'imbarazzo è vanità. È immaginazione e un'abitudine antiquata.

Molte delle nostre apprensioni provengono dalla vanità. Temiamo che gli altri ci trovino stupidi, che capiscano più di noi.

La preoccupazione è il peggior pregiudizio che abbiamo, poiché proviene dalla vanità.

Il malumore è una miscela di vanità e di immaginazione.

La vanità è il nostro nemico principale. Essa non fa niente per le cose in sé, ma per l'effetto che avrà sugli altri. Quando smetteremo di pensare a noi stessi, l'impressione che stiamo facendo, allora saremo liberi.

La tolleranza uccide la vanità. Tolleranza non significa condonare delle cose che a noi sembrano sbagliate. Significa non reagire meccanicamente ad esse. Se facciamo fronte a qualcosa in noi stessi senza cercare delle scuse, allora siamo tolleranti. Se cerchiamo delle scuse stiamo reagendo alle cose spiacevoli che vediamo in noi stessi.

Parlare di misticismo per fare impressione, parlare per amore del parlare, è brutto come prostituirsi.

Possiamo capire l'opposto della vanità se pensiamo al procedimento per miscelare il tabacco. Una miscela ha un aroma migliore di ognuno dei suoi componenti. Ogni individuo perde il suo particolare aroma e acquista l'aroma migliore del tutto. Se realmente comprendiamo questo, dovremo sentire un dolore acuto nel realizzare che i nostri 'io' devono morire per permettere all' 'Io' più importante di nascere.

La più grande felicità che possiamo sperimentare su questa terra proviene da un'umiltà così completa che niente che ci sia stato detto o sia stato detto di noi può farci reagire né col piacere né col dolore. Quando accetteremo ogni cosa che arriva come un'opportunità di imparare, come un'opportunità per essere positivi, allora saremo veramente felici. Quando si raggiunge questo grado di umiltà non ci sono più 'io voglio', c'è soltanto 'Io sono'. Questo è il ricordo di Sé."

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